Abbiamo il dovere e la responsabilità di rendere le nostre aziende “comunità più forti e sicure”, inclusive che si aprono verso l’interattività, l’integrazione, la condivisione di buone pratiche.

Complessità, responsabilità, amore

Costruiamo un futuro e benessere per tutti.

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Complessità, responsabilità, amore

Articolo tratto da Next 72

Stiamo vivendo un periodo particolarmente complesso sotto il profilo economico, sociale e relazionale. In fisica, per “sistema complesso” si intende un sistema dinamico, in continuo cambiamento (turbolenza, caos) a multicomponenti, che si identifica in due concetti chiave: l’autorganizzazione e il comportamento emergente (cioè un andamento del fenomeno non prevedibile e non desumibile dalla sommatoria delle componenti che ne formano la struttura). Quello che avviene in “fisica” non sembra essere molto lontano a quello che accade nel “sistema impresa”. Tutti noi nelle nostre aziende, nel nostro business, nella nostra vita sociale, dobbiamo tutti i giorni fare i conti con un sistema caratterizzato da imprevedibilità, instabilità, cambiamenti repentini del contesto esterno e interno. Un altro aspetto della complessità è quello che fa riferimento alle caratteristiche della globalizzazione, quali minori vincoli protezionistici e normativi, l’evoluzione delle tecnologie dell’informazione e comunicazione, la rapidità degli scambi commerciali e finanziari. Tutto ciò considerato, l’effetto più evidente è l’interdipendenza, sempre più forte tra piani diversi della realtà sociale, economico-finanziaria e politica.

“Può il batter d’ali di una farfalla in Brasile provocare  un tornado in Texas?”

The Butterfly Effect  (Edward Norton Lorenz)

L’affermazione di Lorenz del 1972, sembra quanto mai attuale! Resilienza e opportunità. Noi, che facciamo il mestiere più bello del mondo, abbiamo la responsabilità di affrontare le sfide con il coraggio e la resilienza per trasformare le crisi in opportunità di benessere per tutti. Per risolvere, dunque, situazioni complesse piene di nodi e di intrecci dobbiamo, a mio avviso, cambiare la nostra cultura organizzativa. Creare organizzazioni di Persone nuove che sappiano usare metodi risolutori di problemi adeguati al contesto. L’approccio, dunque, dovrà essere obbligatoriamente sistemico con l’impiego di donne e uomini che lavorano e agiscono in team, in partnership, in un sistema appunto, poiché la soluzione del problema è “contenuto nel suo insieme”. Abbiamo bisogno di unire le conoscenze, scambiare dati e informazioni e soprattutto costruire, sviluppare relazioni interpersonali durature nel tempo. Nel libro “In un volo di storni” il fisico Giorgio Parisi, premio Nobel per la fisica 2021, analizza le meraviglie dei sistemi complessi e riflette sui comportamenti che gli esseri viventi mettono in atto per adattarsi alla complessità delle situazioni. Gli stormi di uccelli ad esempio, applicano delle semplici regole per gestire la complessità. Il loro comportamento d’insieme nasce dalla somma di comportamenti dei singoli senza un preventivo accordo e senza un leader riconosciuto che possa guidarli. 

Ogni uccello vola nella stessa direzione dei suoi vicini, stando attento a non urtarli, è consapevole solo di chi gli sta più vicino e non ha nessuna cognizione della struttura globale del gruppo. 

Ogni individuo ha la tendenza ad allinearsi ed ha un limite cognitivo che gli consente di entrare in relazione e recepire segnali da un massimo di altri sette uccelli. Questo numero di connessioni è importante, perché, come emerge dalla teoria della complessità, troppe poche connessioni porterebbero il sistema a essere fermo e rigido (uno stormo che non riesce a cambiare direzione), mentre troppe lo renderebbero caotico e anarchico (non uno stormo ma un insieme disordinato di uccelli). E, quindi, lo stormo reagisce agli attacchi in modo compatto, rapido e istantaneo…

Per trasformare situazioni di crisi in opportunità occorre cambiare il modo di vedere e quindi di comportarsi nei confronti della complessità. E tutto ciò, ancora una volta, dipende dalla nostra responsabilità di esseri umani. 

È illuminante a questo proposito il pensiero di Ernesto Illy tratto da una intervista del 2012, che riporto integralmente: “La complessità è la madre della libertà e automaticamente è la madre della responsabilità e anche la madre della creatività, perché è dall’incontro di cose che appartengono a dominii molto diversi che nasce l’idea creativa e innovativa; è però anche la madre dell’incertezza …. Tutti questi fenomeni hanno come conseguenza un fatto fondamentale, che se la natura è complessa e quindi imprevedibile, esiste un modo per diminuire questa imprevedibilità e mettere ordine nel caos? Si, esiste e dipende dalle nostre decisioni di esseri umani, …è un “attrattore“, un “collante” che mette ordine alla complessità delle interazioni umane: è l’amore! Se gli uomini sono capaci di amarsi, questo attrattore rende il mondo infinitamente meno complesso molto più prevedibile e diventa quello che da il senso della serenità e del piacere di vivere.” (cfr1)

Abbiamo il dovere e la responsabilità di rendere le nostre aziende “comunità più forti e sicure”, inclusive che si aprono verso l’interattività, l’integrazione, la condivisione di buone pratiche. È tempo del coraggio, dunque, non rassegniamoci all’inerzia e ineluttabilità degli eventi con le nostre fabbriche arrese al silenzio. Siamo da sempre ricchi di talento, uniamolo alla nostra passione per costruire un futuro e benessere per tutti. 

Per aspera ad astra!

(cfr1) Estratto dell’intervista a Ernesto Illy nel documentario “Riflessi del se”, Produzione Dof Consulting

Tonino Dominici

Presidente Boxmarche

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