Dalle suggestioni del caos fino alle soluzioni per la moderna complessità: le scoperte in evoluzione dei giganti del pensiero razionale.

La complessità

Esiste un "Ordine" nel caos?

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La complessità

Articolo tratto da Next 72

In generale i mercati evolvono in modi imprevedibili e mutano in breve tempo per poi magari ritornare sui loro passi. Tutto ciò è stato intuito tra i primissimi dallo studioso Henry Mintzemberg nella sua pubblicazione del 1994 “The rise and fall of strategic planning”. Questo però non significa che tutte le organizzazioni di successo abbisognino necessariamente di modelli adattativi, proattivi agili o anche delle Smart Learning Organization. Nel mondo delle “complessità” dell’economia, non possono esserci ricette “stabilite” che prescindano da una valutazione puntuale distaccata delle vicende aziendali. Nella storia del pensiero razionale alcuni studiosi hanno tentato di definire proprio cosa sia la “complessità” al suo stato di natura o quella indotta artificiosamente nelle organizzazioni, dallo stesso comportamento umano. Il Prologo del “De Rerum Naturae” di Lucrezio è incentrato sul caos, e lo propone fonte primigenia e creatrice della realtà.  Dopo circa duemila anni uno scrittore e critico letterario, Claudio Magris, nel suo “Utopia e Disincanto”, descrive come lo sforzo umano di “irreggimentare la realtà complessa e caotica in modelli matematici” sia commovente… e quasi poetico, nel suo spirito propulsivo a conoscere, nella essenzialità. Proprio in questi ambiti interconnessi ritroviamo le singolari creazioni della matematica applicata già dalla fine dell’800, a opera di un fisico matematico di origini marchigiane: Vito Volterra. Fin dai primordi della sua produzione scientifica, ancora studente alla Normale di Pisa, diede un contributo fondamentale partendo dalla disciplina pura ed astratta, per cui ancora oggi è citato nei sacri testi fondamentali. In tale prospettiva Volterra è stato tra i primissimi ad affrontare il concetto della “non linearità”, un aspetto comune a molti fenomeni naturali, in fisica ma anche in biologia ed economia. Negli anni della sua maturità, egli elaborò una teoria modellando le interazioni tra specie biologiche conviventi nel medesimo ecosistema. Fu tra i fondatori della “biomatematica” con le sue equazioni differenziali non lineari, note come modello preda-predatore. Il problema storico che ispirò tale studio era la comprensione di alcune statistiche, inerenti al pescato dell’Adriatico nei primi vent’anni del ’900, riguardanti anche i mari che lambiscono il litorale marchigiano. Il suo modello portò alla conclusione che ragioni endogene a un biosistema, (es. lotta per la sopravvivenza) possono giustificare le fluttuazioni nel tempo del numero delle popolazioni di prede e di predatori con le loro oscillazioni periodiche. 

In tutto questo è possibile leggere, con un minimo di audacia, delle analogie negli studi di Giorgio Parisi, premio Nobel per la Fisica, conferito con le motivazioni: “… per la scoperta dell’interazione tra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici da scala atomica a scala planetaria”. Egli ha dato contributi alla comprensione dei sistemi complessi, con approccio adottabile anche nelle scienze umane come l’economia. Tali sistemi sono generalmente caotici, (ricordo Lucrezio) considerando i differenti ecosistemi che lo compongono e che possono instaurare legami inaspettati, come prospettato da Parisi studiando, tra l’altro, il meccanismo alla base del volo degli storni (per rimanere sull’aneddotica, bio-matematica di Volterra). La realtà profonda è che in essa esiste un “Ordine”, ma sovente non siamo nelle condizioni cognitive per interpretarlo. La Teoria dello scienziato ci conduce gradualmente proprio a questo. Un Nobel che ha premiato la capacità di individuare in generale una norma matematica, nel caos.

Gino Baldi Ph.D

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