Eros Gregorini, direttore di Next, "attualizza" Dante al complesso periodo attuale che stiamo vivendo.

A riveder le stelle

In cammino verso un nuovo viaggio. Insieme.

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A riveder le stelle

Articolo tratto da Next 68

Il tema del viaggio ha da sempre affascinato gli autori di ogni tempo, è una metafora suggestiva con la quale si cerca di interpretare l’esistenza dell’uomo. La Bibbia ci racconta di Abramo cui è stato affidato il compito di abbandonare la sua terra e di viaggiare verso quella “promessa”. Poi sarà la volta di Mosè, la cui fuga dall’Egitto assieme agli ebrei tenuti in schiavitù durò quarant’anni ed è narrata nel libro dell’Esodo. L’Odissea racconta del viaggio di Ulisse verso la sua Itaca, mentre Virgilio narra la leggendaria storia dell’eroe Enea che dopo la distruzione di Troia scappa e con un lungo viaggio approda nel Lazio. Durante il suo peregrinare sbarca a Cuma dove incontra la Sibilla e da qui prende avvio il cammino nel regno dei morti dove incontrerà Caronte, traghettatore dell’Ade, così come accadrà a Dante nel canto III della Divina Commedia. Altro straordinario libro è quello che racconta del viaggio di Marco Polo nel lontano Catai scritto da Rustichello da Pisa attorno al 1296, pochi anni prima dell’inizio della stesura del capolavoro dantesco che si fa risalire tra gli anni 1304 e 1307. Dante compie un viaggio fantastico, nel corso della settimana santa dell’anno 1300, primo anno giubilare nella storia della cristianità. Un pellegrinaggio nell’aldilà, guidato prima all’Inferno e in Purgatorio da Virgilio, che impersonifica la Ragione umana, poi in Paradiso da Beatrice (la Teologia) e infine da San Bernardo (la Libertà). Genesi, Esodo, Odissea, Eneide sono racconti che si concludono felicemente, i protagonisti arriveranno dove era stato loro indicato, dove speravano o dove la fortuna li avrebbe condotti. Anche Dante nell’ultimo verso del XXXIV canto dell’Inferno inizia a vedere gli atri del cielo, “e quindi uscimmo a riveder le stelle”. Quelle stesse stelle che concludono il XXXIII canto del Purgatorio “puro e disposto a salire alle stelle” e del Paradiso “l’amor che move il sole e l’altre stelle”. La contemplazione del cielo stellato dopo l’uscita dall’Inferno è un presagio del nuovo cammino di luce e speranza dopo le tenebre. Anche noi abbiamo vissuto mesi bui. Il mondo intero per circa un anno e mezzo ha attraversato la dolorosa e drammatica pandemia dovuta al Covid-19. La ricerca scientifica, però, ha avuto una risposta straordinaria. I vaccini sperimentati sono stati somministrati a circa tre miliardi di persone e oggi il nostro Paese sta tornando alla “normalità” con la consapevolezza che è necessario fare tesoro di quanto avvenuto, sostenere con forza e risorse adeguate il sistema sanitario nazionale che garantisce l’universalità delle prestazioni, sottolineando la tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività (Art. 32). Mai come questa volta abbiamo potuto toccare con mano come salute e lavoro siano profondamente intersecati. Il viaggio che abbiamo compiuto attraverso la pandemia sta per volgere al termine. Anche noi, come Dante, siamo pronti per uscire a riveder le stelle e incamminarci verso un nuovo viaggio che, se compiuto tutti insieme, ci porterà all’amore, l’unico sentimento che si manifesta come desiderio di procurare il bene del prossimo, quello che davvero “move il sole e l’altre stelle”.

Eros Gregorini Direttore Next Boxmarche

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